Per la serie “Flash d’arte, racconti dal nuovo Museo”, al museo MACA (acronimo di Mantova Collezioni Antiche) è in programma oggi alle ore 18 una conferenza a cura di Roberta Piccinelli, curatore dei Musei civici e vice presidente della Società per il Palazzo Ducale di Mantova. Tema della relazione è lo storico “ponte-galleria dei mulini e le sue sculture, cosa non sì agevole rinvenirsi in qualunque altra città”: citazione da Giovanni Cadioli (Mantova 1710 – 1767) pittore e architetto dei regi teatri, poi direttore dell’Accademia di Belle Arti.
Studiatamente, la conferenza si svolge nella scenografica loggia di Palazzo San Sebastiano, che ospita dieci statue in pietra – raffiguranti gli Apostoli – provenienti proprio da quello che era un ponte/galleria posto tra Lago Superiore e Lago di Mezzo. Le statue, collocate in nicchie che indicavano l’accesso ai mulini, vennero realizzate a metà Settecento e furono salvate, in frammenti, quando il ponte venne completamente distrutto nel 1944 da reiterati bombardamenti. Iniziato nel 1188 e terminato nel 1199, il ponte è una delle opere idrauliche realizzate per regolare le acque del Mincio attorno alla città, soggetta a frequenti alluvioni, dall’ingegnere bergamasco Alberto Pitentino. Fu costruito su un manufatto più basso e antico, probabilmente di epoca romana, creando un geniale sistema artificiale di quattro laghi (attualmente tre, a seguito del successivo interramento del lago Paiolo) che, oltre a difendere la città dalle piene, a lungo ha anche reso Mantova un’isola facilmente difendibile da eserciti nemici; a tal proposito vi invitiamo a visitare anche il sito mantovafortezza.com, realizzato a cura della Società. Nel 1229 fu creato un dislivello idraulico per alimentare dodici mulini.
La conferenza si propone di raccontare il contesto da cui provengono le statue tracciando, attraverso la cartografia storica e le ricostruzioni, la storia del ponte attraverso i secoli; verrà analizzato anche il significato delle opere e argomentata la nuova attribuzione allo scultore Giovanni Angelo Finali. La lettura dello stile e il confronto con opere lapideee coeve permettono di approfondire la nuova recente attribuzione e di individuare, nonché comprendere, i criteri del riallestimento della serie all’interno della loggia. Si lascerà spazio anche per le domande e le curiosità del pubblico.